Shakespeare, il compleanno e l’anniversario
VEDI I VIDEO Il sonetto CXXXV “Ogni donna ha quel che vuole, tu hai il tuo Will” , "Whoever hath her wish, thou hast thy Will" , Tre sonetti
Firenze, 23 aprile 2014 – Ricordando il grande William Shakespeare nato e morto a Stratford-upon-Avon, il 23 aprile 1564 (la cosa però non è certa, e il 23 aprile è la festa di San Giorgio, patrono d'Inghilterra) e il 23 aprile 1616.
Se ogni donna ha ciò che vuole, tu hai il tuo Will
Se ogni donna ha ciò che vuole, tu hai il tuo Will,
e un Will in aggiunta, e un Will in sovrappiù;
sono di troppo io, che sempre t’importuno
aggiungendomi così alla tua dolce voglia.
Non vorrai tu, la cui voglia è larga e spaziosa,
concedermi una volta di celare la mia voglia nella tua?
Dovrà l’altrui voglia apparire tutta grazia
e per la mia voglia non splenderà gentile accettazione?
Il mare, tutto acqua, riceve pur sempre la pioggia
e in abbondanza accresce le sue scorte;
così, tu che di Will sei ricca, aggiungi al tuo Will
una mia voglia per fare ancor più larga la tua voglia.
Il tuo crudele no non uccida gentili pretendenti:
pensali tutti quanti uno, e me unico Will in tutta quella voglia.
(traduzione di Alessandro Serpieri)
Whoever hath her wish, thou hast thy Will
Whoever hath her wish, thou hast thy Will,
And Will to boot, and Will in over-plus;
More than enough am I that vexed thee still,
To thy sweet will making addition thus.
Wilt thou, whose will is large and spacious,
Not once vouchsafe to hide my will in thine?
Shall will in others seem right gracious,
And in my will no fair acceptance shine?
The sea, all water, yet receives rain still,
And in abundance addeth to his store;
So thou, being rich in Will, add to thy Will
One will of mine, to make thy large will more.
Let no unkind, no fair beseechers kill;
Think all but one, and me in that one Will.
William Shakespeare
(da Sonnets)
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