Afghanistan, libri e romanzi per non scordare la guerra dimenticata

Cronaca

6 novembre 2012
Tiziano Chierotti, caporale degli Alpini, pochi giorni fa è stato ucciso in Afghanistan. Cinquantaduesimo soldato italiano a cadere da quando è iniziata la nostra ‘missione di pace’, il sesto nel 2012. La notizia ci colpisce per un pugno di minuti, torna come un flash quando i giornali e i tg raccontano in una BREVE che si sono svolti i funerali di Tiziano ad Arma di Taggia, la sua città. Poi la notizia scompare dalla nostra mente con l’impietosa velocità con cui è scomparso un ragazzo di 24 anni.
Tutto l’AFFAIRE Afghanistan è avvolto in una nube di oblio. Che cosa ci fanno gli italiani laggiù? Da quanto ci sono? Di che guerra, travestita da missione di pace, si tratta? Ci si sorprende ricordando che è ancora la guerra iniziata da Bush jr dopo l’attentato alle Torri del 2001, nella convinzione che ‘il paese degli aquiloni’ desse asilo a Osama Bin Laden.
Sono passati gli anni, anche dalla morte di Bin Laden, e finalmente il presidente Barak Obama ha dato il via al ritiro delle truppe Usa costringendo anche gli altri a organizzare il rientro che dovrebbe concludersi per tutti nel 2014. Anche noi ci stiamo ritirando e anche di questo nessuno parla: proprio in questi giorni cinquecento dei nostri quattromila soldati stanno rientrando e un convoglio di nostri mezzi pesanti dovrebbe al momento trovarsi sulla lunga via del ritorno (passando dalla Russia e le altre ex repubbliche sovietiche).
Nel 2011 la missione in Afghanistan è costata al contribuente italiano più di 650 milioni di euro. Possiamo permettercelo? La risposta per il cittadino comune, in tempo di enormi sacrifici, sembra scontata. Ma nulla è troppo semplice quando si parla di equilibri internazionali, di conflitti lontani, di armi, di eserciti di volontari.
E anche per cercare di capirne di più, tanti, forse troppi, sono i punti di vista da vagliare. Nel solo 2012 sono stati scritti e pubblicati in Italia una ventina di libri tra saggi, reportage, testimonianze.
Ne segnaliamo alcuni: di Gian Micalessin AFGHANISTAN SOLA ANDATA. STORIE DI SOLDATI CADUTI (Cairo); di Ettore Mo DIARIO DALL’AFGHANISTAN (Transeuropa); di Giuseppe Amato L’ECO DEI MIEI PASSI A KABUL (Mursia).
Ma forse più significativo è che due tra i nostri maggiori scrittori dell’ultima generazione abbiano scelto come protagonisti del loro ultimo romanzo proprio i soldati italiani in missione.
In libreria da poche settimane IL CORPO UMANO di Paolo Giordano (Mondadori), attesissimo dopo l’esordio travolgente ottenuto con LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI. Uscito da alcuni mesi LIMBO di Melania Mazzucco (Einaudi), ormai consolidatasi nell’olimpo dei migliori.
Giordano sceglie la narrazione corale: un gruppo di soldati spedito in un ‘recinto di sabbia’ lontano da tutto dove le dinamiche interne si mischiano alle difficoltà del luogo e all’ostilità dei locali. Fino alla tragedia, l’attentato che toglie la vita ad alcuni e cambia quella degli altri. Nessun eroe nel romanzo di Giordano; personaggi, invece, molto spigolosi, e un occhio poco benevolo nei confronti delle poche donne sparse nel libro: la soldatessa e le mogli, amanti, sorelle, madri che restano a casa.
All’opposto il romanzo della Mazzucco che proprio su una donna soldato appunta la sua attenzione: il maresciallo Manuela Paris, al comando di un plotone di uomini, con tutte le difficoltà che ciò comporta. Perché anche senza parlare di BURQA “la parità è costellata di macerie”.
Un dato è certo, la missione di pace anche in forma di romanzo è guerra a tutti gli effetti, ma mette in primo piano la precisa volontà di tanti: sono lì perché vogliono esserci. Per un alto ideale. Per servire la Patria. O perché vi vedono un modo per sfuggire alla miseria, alla disoccupazione e qualche volta anche alla famiglia e alla noia della normalità. Per un desiderio di avventura che non tutti comprendono o condividono, ma che pure resta una delle molle della scoperta della vita, fosse anche solo quella interiore.
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