sai oggi abbiamo segnato ufficialmente nel calendario la crocetta del sessantesimo giorno passato. Come vola il tempo… Sembra ieri che fremevo davanti all’aereo insieme a tutte le aspettative che una ragazza di ventiquattro anni può portare con se all’inizio della sua prima missione all’estero ed invece sono già trascorsi due mesi. Mi avevi chiesto con tanto entusiasmo di raccontarti ogni tanto come mi sentissi e cosa facessi durante le mie giornate lontane dalla nostra terra e nonostante io mi fossi ripromessa che non avrei mai più preso in mano carta e penna dopo la tua scomparsa, oggi mi ritrovo di fronte a questo foglio bianco ancora incerta se seguire o meno ciò che il cuore ritiene sia giusto fare. Non so se le mie parole saranno quelle giuste, tantomeno se riusciranno ad esprimere pienamente l’immagine di vita che vorrei poterti regalare a causa della forte commozione interiore che provo ogni volta che ti ricordo, so per certo che saranno le più vere.
Stamani mi sono svegliata serena. Ho aperto la finestra e fuori c’era un bel cielo limpido e azzurro. Azzurro, come il colore che ci contraddistingue,quello del basco che indossiamo e come il colore che io ho associato alla libertà. Questo cielo è diverso, benché io sappia sia lo stesso che ho sempre guardato, è un cielo che ogni volta mi regala un emozione nuova e differente. Tu hai sempre ammirato la mia scelta di essere un soldato nonostante spesso mi chiedessi “perché hai scelto di diventarlo?”. Beh, oggi più che mai so darti quella risposta.
Non è facile esserlo. Io in questo lavoro ci credo davvero, indosso con fierezza le stellette e l’uniforme che ci rappresentano, canto l’inno a squarciagola ed ogni volta che vedo sventolare il tricolore all’alzabandiera un brivido mi percorre pensando a quanti dei nostri fratelli hanno combattuto per un’ideale e per i valori che ci accomunano oggi: amor di patria,libertà,unione,lealtà,sacrificio. Valori dal pregnante significato e di un’inestimabile importanza che oggi grazie alla missione UNIFIL tanti soldati di diverse Nazioni si ritrovano a condividere. Tutti insieme, per il raggiungimento dello stesso obiettivo: “ il mantenimento della pace”. Uniti e pronti a mettersi in gioco con il massimo dell’impegno e rispetto reciproco nonostante le diversità culturali e religiose. Nella “terra dei cedri” sto imparando ogni giorno qualcosa di nuovo. Il forte significato che la bandiera della loro nazione esprime: le bande rosse che rappresentano il sangue versato per la liberazione,la banda bianca che simboleggia la pace e la neve e al centro il cedro verde simbolo di immortalità e fermezza, più volte viene citato nella Bibbia.
L’altro giorno sono uscita in pattuglia con il mio team, mi guardavo attorno e mi sono resa conto di quanto questa terra sia simile alla nostra, lo scorgere il mare in lontananza illuminato dai raggi del sole, vedere lo splendido paesaggio tipico della macchia mediterranea con i suoi cespugli bassi e i toni delicati mi riportavano con la mente esattamente alla cara e vecchia “Ichnusa”. Durante il nostro percorso abbiamo incontrato dei bambini. Giocavano scalzi, urlavano qualcosa che non sono riuscita a capire e mi salutavano con i loro occhi grandi. Soltanto dopo averli guardati negli occhi ho capito. Credimi! Fino a quel giorno io non sapevo cosa significasse la felicità. Avresti dovuto vedere quegli occhi! Sono occhi che parlano senza necessità di parola alcuna. Brillano di una luce particolare, una luce di speranza, di entusiasmo, di vita. Per non parlare del loro sorriso che ogni volta mi riempie il cuore di gioia. È da quel momento che ho capito che il mio ruolo di peacekeeper non è solo quello di “sostenitore della pace” come dice la parola stessa e non significa solo attenersi alla ferrea disciplina militare. Questo ruolo comincia ad appartenerti quando raggiungi la consapevolezza di essere un “portatore di sogni”. Spesso mi capita di alzare gli occhi al cielo al tramonto ed è in quei momenti che mi vieni in mente. L’indicibile bellezza di questi scorci mi mancherà quando andrò via da qua, ma so che questa terra sarà un luogo in cui poter tornare con i ricordi ogni volta che vorrò. Il Libano, il raggio di sole che mi porterò dentro per sempre. La strada è ancora lunga, amico mio ma io ti sento vicino e non c’è giorno in cui io non senta la tua mancanza. Voglio, però, che tu sappia una cosa: io sono felice. E sai perché? Perché io mi sento a casa.