Il gioco è bello quando è corto

Curiosità

5 settembre 2012
E così, arriva anche il momento del mio personale commiato – ovviamente non richiesto – a questa sudata estate 2012, secondo il Cnr tra le più calde dal 1800, seconda solo a quella del 2003. Dopo quest'apertura scontata e inutile, passiamo oltre le digressioni meterologiche, trite e ritrite, odiose quanto quelle sul freddo invernale. Bah.

Mentre in macchina stavo venendo a lavorare, ho pensato a cosa mi rimarrà di questi mesi appena passati. Partendo da un assunto: ancora non sono andata in ferie, ma mancano pochi giorni, che peraltro sembrano non passare mai, alimentando soltanto un insano quanto debilitante nervosismo.

In primis, ricorderò gli scorsi mesi per avere fatto sempre lo stesso turno con le stesse persone. Una foto al giorno, per testimoniare quanto in realtà ci divertisse e ci facesse sentire anticonformisti fare quello che solo in pochi fanno nel mese di agosto.

Ho partecipato praticamente a tutti i giovedì d'estate della “mia" città, cosa mai successa prima. Con compagnie diverse, ho visto che anche il luglio padano può riservare qualcosa di divertente, tra musica per strada e negozi aperti la sera. Meglio di niente, tenuto conto che per me il massimo continua a essere la movida dei Navigli.

Ricorderò di avere fatto una “cura” molto salutare ma abbastanza monotona di pomodori, quelli dell'orto di mio papà. Ne sono cresciuti a oltranza, facendomi quasi pensare di venderli. Ci ho poi, ovviamente, rinunciato, perché la caprese come quella che mi faccio io, nessuno mai. I miei pomodori, la mozzarella della mia latteria e l'origano, anzi il pulaje, abruzzese.

Ricorderò tutti i finesettimana sul treno. Le passeggiate al telefono con una delle mie cinque gambe su e giù dal Pratello, quelle infinite lungo Strada Maggiore con un'altra di loro, perse in discorsi intricati e più grandi di noi, come è nostra consuetudine. Con il cuore più leggero alla fine della chiamata. Perché, ancora oggi, la mia unica certezza oltre alla mia famiglia, sono le mie cinque gambe.

Ricorderò i millemila film che mi sono guardata per lunghe serate su un divano scomodo ma, si sa, a caval donato non si guarda in bocca (ma se è donato... cit). Ricorderò con estrema felicità l'essere riuscita a iniziare e concludere uno tra i più bei libri mai scritti: Il Signore degli Anelli, 1226 pagine appendici escluse di emozioni e perfezione. I film, ve lo dico, non rendono l'idea. Saranno pur bellissimi, ma il libro è tutt'altra cosa.

Ricorderò la mia nipotina che amplia il suo vocabolario un giorno dopo l'altro. Ricorderò quando l'ho sentita pronunciare “bombolone” per la prima volta, che aveva mangiato per colazione per festeggiare i suoi primi 20 mesi. Mi ricorderò della prima volta che l'ho vista con lo smalto alle unghiette dei piedi. Blu. L'unico colore che, per adesso, sa distinguere.

Ricorderò di essermi sentita persa come mai prima. Lo ricorderò perché non si ripeta più. Ricorderò i due giorni più brutti della mia vita, i peggiori dopo quelli per la bocciatura all'esame di stato. Ricorderò di avere deciso che è il momento di dare una svolta drastica alla mia vita. Ma chissà se è la scelta giusta.

Ora aspetto di scoprirlo quest'autunno. Perché di questa estate ne ho già avuto abbastanza.

 
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