Inno all’abbraccio

Curiosità

20 dicembre 2012
Giuro che non avevo letto i topic trend di twitter di oggi (tra cui #sepotessiabbracciarequalcunoabbraccerei) quando ho deciso che avrei scritto un post (inutile) sugli abbracci. Soprattutto perché l'ho deciso ieri notte.

Erano le 3 quando ho scelto il titolo e alcuni passaggi. Oggi pomeriggio, a spasso sotto le luminarie, ho aggiunto qualche idea.

Tutto è cominciato a Barcellona. Con le mie cinque gambe passeggiavo sotto un bel sole - caldissimo - di dicembre. Eravamo lì per festeggiare il Capodanno, eravamo in esplorazione per capire che fare in serata. Sulla strada, incrociamo un ragazzo che regala gli abbracci. Ricorderete la campagna Free Hugs, nata a Sidney a metà degli anni duemila e poi esportata in tutto il mondo, in cui volontari offrono abbracci gratis ai passanti. Ovviamente, l'abbracciatore viene verso noi e ci abbraccia strette strette una dopo l'altra. Bello, tenero, solidale. Però il giovane era un po' sudaticcio e non aveva un buon odore (vi ho detto che faceva caldo). Esperienza nient'affatto entusiasmante, ve lo assicuro.

Col tempo, il mio rapporto con gli abbracci è decisamente migliorato.

Fatevi un piacere: fermatevi un istante a pensare a quanti tipi di abbracci esistono e alle mille sfumature che hanno. Pensate a quante cose trasmettono. Scegliete il vostro preferito. Non sono solo affettuosi: possono essere freddi, scostanti, falsi. Ci sono gli abbracci degli amici, dei fidanzati, degli amanti. Quelli dei figli e quelli dei genitori, quelli dei nonni, degli zii e dei nipoti. Quelli degli sconosciuti che, improvvisamente, provano a tirarti su di morale.

Si abbraccia da dietro, si abbraccia mettendo le mani intorno al collo, posandole sui fianchi. Ci si può stringere, ed è bellissimo. Oppure si possono mantenere le distanze, per timidezza o per provocazione. Si abbraccia coccolando, oppure tenendosi per mano. Ognuno abbraccia a modo suo. Siamo unici.   

Un abbraccio consola, in un mio precedente post già ne scrissi.

Un abbraccio perdona. 

Un abbraccio commuove.

Un abbraccio fa rabbia.

Un abbraccio ti chiede di non andare oltre.

Un abbraccio ti supplica di continuare.

Capita che sia l'unica cosa di cui tu abbia bisogno, e se ti viene negata, beh... Fa male.

È più bello di una stretta di mano e talvolta addirittura di un bacio.

Ditemi, se lo sapete, cosa c'è di meglio di un abbraccio.

Se avete un'alternativa, è perché passate troppo tempo connessi. La tecnologia, secondo la mia modestissima opinione, non solo ci ha migliorato la vita. Ce l'ha stravolta. In alcuni campi definitivamente rovinata.

Questo è il mio pensierino natalizio: abbracciate e fatevi abbracciare. Potrebbe essere contagioso. 

 
comments powered by Disqus