Il ritorno di Calimero

Spettacoli

10 luglio 2012
Calimero-post

 

OGNI tanto, l'animazione italiana segna un gol: questa volta a farci esultare è  la notizia del ritorno in patria Italia di Calimero. L’italia dell’animazione recupera uno dei suoi “gioielli”: dopo essere emigrato in Francia (i diritti tv sono passati ai francesi di Gaumont Alphanim all’inizio del 2011) adesso Calimero torna in Italia grazie a una nuova serie in 3d coprodotta dallo Studio Campedelli e dalla Rai.

AD ANNUNCIARLO per primo, a giugno,  è stato il sito americano specializzato kidscreen.com, a testimonianza della rilevanza internazionale di questo fortunato personaggio “made in Italy”, creato nel 1963 dai geniali fratelli Nino e Toni Pagot. Il progetto di Alphanim, Studio Campedelli e Rai è proprio quello di mandare in onda gli episodi (in tutto saranno 104 di 11 minuti ciascuno) nell’anno del cinquantenario .

ALLA Rai va il merito di averci creduto e di aver deciso di entrare in coproduzione (la serie è destinata agli schermi di Raidue), ma gran parte dell'operazione è stata resa possibile dall'ottimo lavoro dello Studio Campedelli, una delle eccellenze del made in Italy: dal titolare Pietro Campedelli (inossidabile vecchio leone dell'animazione) alla tenace passione di Valeria Brambilla e di Anne Sophie Vanhollebeke. Proprio quest'ultima, francese da anni in Italia e persona di grande competenza dell'animazione internazionale, è stata il motore dell'iniziativa e questo ci ricorda che, spesso, chi non è nato nel nostro Paese è più attento ai nostri tesori.

DAL SUO esordio su “Carosello”, il 14 luglio 1963, Calimero conquista l’Italia, riesce a far amare il perborato stabilizzato di un noto detersivo, con le sue disavventure e la lagna finale: «E’ un’ingiustizia; però. Ce l’hanno tutti con me perché sono piccolo e nero». Finché l’olandesina (il personaggio femminile della serie di spot) lava il pulcino nero rassicurandolo: «Tu non sei nero, sei solo sporco». Una frase non proprio politically correct come diremmo oggi,  se pensiamo che la diversità (l’essere nero) viene in fondo presentata come un fattore negativo. Ma erano altri tempi e  l'intento dei Pagot non era certo quello di essere razzisti.


 Diventato poi una serie animata, Calimero (che deve il suo nome alla chiesa milanese di San Calimero dove si era sposato Nino) viene esportato in tutto il mondo colonizzando il Giappone, dove è addirittura riprodotto sulle carte di credito come testimonial di una banca. Adesso, grazie a questa operazione Calimero torna in Italia per scoprire di non essere nero, ma, invece, di nuovo bianco, rosso e verde. In fondo,  l’immagine del pulcino sfigato e un po’ lagnoso, eppure simpatico, resta proverbiale nel mondo degli adulti. E in ognuno di noi, ogni tanto,  c’è la voglia di sentirsi vittima come Calimero e di lamentarsi un po’. Per scoprirsi «solo sporco». E ricominciare a sognare...




 



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