ElSha, una piramide non basta

Cronaca

15 giugno 2013
Scoppiano le prime bombe di mercato. Cento milioni per Cristiano Ronaldo, altrettanti per Gareth Bale. Sceicchi incettatori di petrodollari e indebitati palazzinari iberici si contendono le stelle di prima grandezza del firmamento pallonaro. E per uno come Leo Messi quanto arriverebbero a offrire? Sono certo che non passerà molto tempo e vedremo anche questa! Duecento milioni? Ma gli sceicchi, che sprovveduti non sono, avendo studiato a Oxford o a Cambridge, hanno le loro discutibili ragioni, oltre che la borsa piena. Così come quei presidenti con la borsa vuota che sparano cifre improponibili. Ormai anche la richiesta per uno “normale” non scende sotto i 10-15 milioni. Come mai? A questo punto serve un ripasso di economia. Per esempio, prendiamo i cosiddetti “beni di status”, come quei giocatori che per certi Paperoni del calcio diventano uno “status symbol”. Il primo è l’effetto snob, in cui la domanda di un bene (il calciatore) diminuisce se aumenta la quantità domandata; il secondo, che fa più al caso nostro, è l’effetto Veblen (teorizzato dall’economista Thorstein Veblen) in cui la domanda cresce, invece di diminuire, al crescere del prezzo perché il prezzo elevato conferisce un’esclusività al bene (il calciatore). In parole povere, quanti hanno 100 milioni, più altri 100 di stipendio in 5 anni, da destinare all’acquisto di un giocatore, sia pure esso un fuoriclasse? Allo stato attuale, due soli presidenti in tutto il mondo. E non lo fanno solo per vincere, ma perché l’esclusività della loro offerta li fa sentire ancora più importanti. Ebbene, tutta questa tiritera per suggerire al dottor Adriano Galliani di alzare almeno i prezzi dei gioiellini rossoneri, ritenuti non incedibili. Volete il Piccolo Faraone? Una piramide di euro non basta…
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