Onor di Capitano

Cronaca

15 giugno 2013
Diciotto anni di onorato servizio e alla fine non ti dicono neanche crepa. Massimo Ambrosini sperimenta sulla propria pelle una delle tante ingratidutini del genere pallonaro. Sì, ha guadagnato tanto. Sì, è un privilegiato. Sì, non rientra nel progetto “giovani”. Sì, ha una certa età…  Così Ambro deve lasciare il passo ai “giovani leoni”. Un grazie, però, non guastava. Sembra di rivedere l’addio di Paolo Maldini. O quelli di Clarence Seedorf e di Ringhio Gattuso. Ci mancava solo che li “licenziassero” con un sms e il quadro sarebbe stato completo. Dov’è finita la “famiglia” rossonera? Il Milan di solo qualche anno fa avrebbe gestito diversamente il lungo addio dei suoi campioni. Come accadde con Baresi e suoi fratelli (da Tassotti a Galli a Evani…). Che serve ritirare la maglia n.6 se poi ci si comporta come un club qualsiasi, impersonale, che bada solo al portafoglio e non al cuore? Potrebbe sembrare un’osservazione sentimentalista, ma è molto più pragmatica di quanto sembri. Di fronte a questi episodi, al trattamento riservato ai “vecchi” che cosa penseranno i “giovani leoni”? Che cosa assimileranno? Quale legame speciale avrannno col club, se penseranno che tra qualche anno riceveranno lo stesso trattamento a prescindere dai traguardi conquistati? Matureranno un legame “professionistico”, se si vuole “mercenario”, pronti a cambiare casacca per chi offre di più. Ma questo succede quando si vogliono a tutti i costi ammainare le bandiere. Invece, le bandiere servono, eccome se servono.
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