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Ciò che resta del mondo

di Monica Peruzzi

India, il processo ai 5 stupratori di Nirbaya diventa un processo al Paese

Cronaca

24 gennaio 2013
"devono essere impiccati". "sì devono impiccarli, solo così si eviterà che si ripetano cose come queste". "devono lasciarli a noi, non ne uscirebbero vivi". "no, prima devono essere castrati!" Intorno a me le voci si confondono, si mischiano in un crescendo di rabbia che sembra accendere le coscienze. Sono le voci degli uomini e delle donne dell'India che aspetta il verdetto della corte, che dovrà giudicare i 5 uomini accusati di aver stuprato a morte una ragazza di 23 anni su un autobus di Delhi, a metá dicembre. Le accuse nei loro confronti sono pesantissime: violenza sessuale, rapimento, omicidio. A inchiodarli anche l'esame del Dna, trovato sui vestiti di Nirbaya e che corrisponde alle loro tracce genetiche. Con la legge in vigore attualmente rischierebbero davvero di essere condannati a morte per impiccagione, come chiede la gente che si è riversata in piazza a manifestare contro le violenze. Come chiede la famiglia della vittima. Ma la Verma commission, la commissione istituita all'indomani del brutale stupro di Delhi e chiamata a riscrivere le regole per la tutela delle donne, suona l'allarme per i 'danni collaterali' che la pena di morte potrebbe avere: il rischio è quello di spingere gli stupratori a uccidere la propria vittima, per eliminare uno scomodo testimone.
Insomma, quello che sta iniziando non è solo un processo al branco, ma a un paese intero e al suo modo di trattare le donne, emarginate dalla stessa religione, che le relega all'ultimo posto nella scala sociale. Qui a Calcutta, però, circola una teoria che fotograferebbe la divisione sempre più marcata fra ricchi e poveri. Nirabaya era una studentessa di filosofia, aggredita mentre tornava dal cinema con il fidanzato che si era scelta, non come vorrebbe la tradizione, che ancora oggi nelle aree rurali è basata sui matrimoni combinati dai genitori. Nirbaya era una ragazza emancipata della nascente borghesia indiana. E sarebbe stata proprio questa borghesia a riversarsi per strada per urlare la propria rabbia, che ha trovato la forza e la voce per chiedere giustizia. Ma c'é una parte di India, ed è la parte più grande, che quella voce non la può trovare, perché ancora non sa neppure di averla.
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