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Ciò che resta del mondo

di Monica Peruzzi

Sparatoria a Palazzo Chigi: gesto isolato, sentimento comune

Cronaca

28 aprile 2013
Luigi Preiti, 49 anni, imprenditore edile rimasto senza lavoro, un matrimonio fallito e un figlio di 10 anni. L'identikit dell'attentatore di Palazzo Chigi ormai lo conoscete tutti. Incensurato, costretto a tornare a casa dei genitori a Rosarno, in Calabria, per sopravvivere. La violenza è sempre esecrabile, ancora di più se rivolta contro le forze dell'ordine, gente come i due carabinieri feriti, che stringe la cinghia come migliaia di italiani, per arrivare alla fine del mese. Pasolini lo scrisse nel 1968, dopo gli scontri di Valle Giulia a Roma "Il PCI ai giovani":
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.

Oggi il pensiero corre al brigadiere che lotta fra la vita e la morte, a sua figlia, che solo due mesi fa ha perso la madre, all'altro carabiniere ferito. Ma non si può non pensare al quadro in cui questo attacco alla politica si inserisce. Solo pochi giorni fa una donna è stata uccisa per un debito da 100 euro, perché non voleva restituire la caparra per l'affitto di una stanza. Qualche settimana fa marito e moglie si sono suicidati perché non riuscivano a pagare il mutuo. Falliscono 30 aziende al giorno, ci sono 6 milioni e 400 mila persone ai margini del mercato del lavoro italiano - tra disoccupati ufficiali (5 milioni 720 mila), inattivi disponibili a lavorare (2 milioni 975 mila) e sottoccupati part time (605 mila). Se non bastasse, 4 milioni di italiani sono entrati nelle file dei nuovi poveri, al ritmo di 615 ogni giorno. La politica adesso deve dare risposte. Questo governo, colpito al cuore, proprio nel giorno del giuramento, è obbligato anfare qualcosa per evitare che il gesto isolato di un uomo disperato si trasformi in qualcosa di peggio. Non siamo ancora all'ideologizzazione del conflitto sociale degli anni di piombo, che viveva Pasolini, ma se non si fa ripartire la macchina Italia, il rischio è tangibile. Non serve additare chi questo malessere lo denuncia da anni, come il Movimento 5 Stelle. Non servegridare al colpevole. Serve ascoltare la piazza, che grida venduti ai politici, che chiede serietà e sacrifici per tutti, anche per i politici. Il mio timore, leggendo anche i nuovi gruppi che nascono sui social network e i commenti sul gesto di Preiti, sono legati alla lacerazione del nostro Paese, arroccato su barricate ideologiche che faticano a essere comprese dalla gente. Mi chiedo se, al di là degli interessi partitici, non sia il caso di chiedere provvedimenti sul lavoro a questo governo e poi tornare il piu velocemente possibile alle urne e ridare voce agli elettori, per dare un esecutivo forte e capace di risposte urgenti.
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