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Ciò che resta del mondo

di Monica Peruzzi

ZUCCHERO AMARO, quando le multinazionali sfrattano i contadini per le coltivazioni intesive

Cronaca

2 ottobre 2013
stop land grabbing con Oxfam
ZUCCHERO AMARO: quali diritti sulla terra nelle filiere di produzione delle multinazionali del cibo?
Cosa fareste se scopriste che lo ZUCCHERO, in realtà, è AMARO?
E se vi dicessero che per coltivare lo zucchero che trovate nella vostra lattina di Coca Cola o di Pepsi, interi villaggi vengono spazzati via e al posto di campi di riso e foreste, nascono piantagioni di canna da zucchero, con buona pace dei poveri contadini, che perdono le loro terre, rimangono senza un tetto e senza diritti?

E' la domanda che Oxfam sta ponendo ai consumatori di tutto il Mondo, attraverso la nuova campagna "Scopri il Marchio: la verità su zucchero, terra e grandi multinazionali".
http://www.youtube.com/watch?v=hKiEtl-2RqE
Il consumo di zucchero nel Mondo è più che raddoppiato dal 1961 al 2009, e aumenterà ancora del 25% nei prossimi sette anni.
Le consegueze saranno due e testimonieranno, acora una volta, il confitto in corso fra il Nord e il Sud del Mondo.
Da una parte, quella in cui 800 milioni di persone vivono in condizioni di benessere generalizzato, l’allarme sarà quello dell’aumento delle malattie come obesità e diabete.
Dall'altra, in cui degli oltre 6 miliardi di persone che la popolano, 1 miliardo e 300 milioni di uomini, donne e bambini, secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, vivono sotto il livelo di povertà (ovvero con meno di 1 euro al gioro) si tradurrà in ulteriore povertà, perdita di diritti, della terra.
E fame.

Il nuovo dossier di Oxfam "ZUCCHERO AMARO", è impietoso.
Le maggiori aziende del settore alimentare sono implicate in casi di "land grabbing", l’accaparramento delle terre che strappa ai piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo terra, ma anche cibo e dignità.

Lo zucchero è un business che vale circa 47 miliardi di dollari.
L’anno scorso, nel Mondo sono state prodotte 176 milioni di tonnellate di zucchero, il 50% delle quali è destinato all’industria alimentare.
Già oggi, la superficie utilizzata per la coltivazione di canna da zucchero è di 31 milioni di ettari: un’area grande come l’Italia, per lo più concentrata nei paesi in via di sviluppo.

“La nostra ricerca evidenzia come il commercio di zucchero sia già oggi alla base di casi di sfratti ed espropri - ci spiega Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia - senza il consenso e il risarcimento delle comunità che abitano quella terra".

"E’ necessario che le maggiori aziende del settore alimentare si dotino di politiche sufficientemente forti per contrastare l’accaparramento di terre e i conflitti che si manifestano nelle loro filiere produttive - aggiunge Elisa Bacciotti, Direttrice delle Campagne di Oxfam Italia - Per questo co la nostra capagna "Scopri il marchio", chiediamo a Coca-Cola, PepsiCo e ABF (l’Associated British Food), oggi i maggiori produttori e acquirenti di zucchero al Mondo, di adottare politiche in grado di assicurare che i loro prodotti non contengano zucchero coltivato su terre estorte alle comunità più vulnerabili e povere.”

Nel rapporto di Oxfam sono evidenziate le prove e le testimonianze di alcuni casi di land grabbing e di altre dispute sull’uso della terra avvenute in Cambogia e Brasile e che coinvolgono aziende coinvolte nella filiera produttiva delle multinazionali.

Tra i casi analizzati, quello di una comunità di pescatori dello stato di Pernambuco, in Brasile, sfrattata con la violenza nel 1998 per far posto a uno zuccherificio che fornisce Coca-Cola e PepsiCo, o quello di 200 famiglie del distretto di Sre Ambel, in Cambogia, che stanno ricorrendo in giudizio per riavere la terra da cui sono state sfrattate nel 2006 per far posto a una piantagione di zucchero che rifornisce la Tate & Lyle Sugars, che a sua volta vende lo zucchero ad aziende che lavorano per Coca-Cola e PepsiCo.
Ma non soo certo casi isolati, poiché si registrano gravi conflitti per la terra anche in molte zone del'Africa, da Mali allo Zambia, fino al Malawi.

Del resto parliamo di colossi del calibro di Coca-Cola, il più grande acquirente mondiale di zucchero e controlla il 25% del mercato globale dei soft drink. Il suo portafoglio di 500 marchi include Diet Coke, Fanta, e succhi di frutta Del Valle. PepsiCo, invece, controlla il 18% del mercato dei soft drink e ha un portafoglio di 21 marchi tra cui Pepsi, Tropicana, Doritos, Lipton Tè e Walkers. ABF è il secondo produttore mondiale di zucchero e il proprietario di marchi famosi come la Ovaltine, Silver Spoon Sugar, Kingsmill e Patak, oltre che di Twinings.

I consumatori che in tutto il mondo amano i prodotti di queste aziende meritano di più: per questo ci auguriamo che siano i primi a firmare l’appello per chiedere a queste aziende di usare la loro influenza e potere per contrastare ogni caso di land grabbing che cerchi di innescarsi nelle loro filiere ” concude Maurizia Iachino

Tolleraza zero, dunque, al land grabbing lungo le filiere di produzione. E traspareza. Ognuno di noi ha il potere di spigere i governi e le grandi industrie alimentari a rispettare i diritti sulla terra.
http://www.youtube.com/watch?v=hKiEtl-2RqE