Il Pulitzer guarda il web

Cultura

19 aprile 2012
Ha vinto il New York Times, come sempre, ma questa volta ha soprattutto vinto il Web. Anche Il Pulitzer, il premio giornalistico più prestigioso del mondo avverte il cambiamento. I severi giudici della Columbia University riconoscono per il secondo anno consecutivo, dopo il fenomeno Pro Publica, che Internet e social network sono diventati fattori dominanti anche per la qualità della nuova galassia informativa che sta competendo sempre più massicciamente con la carta stampata. La scelta inoltre di non assegnare il premio ai commenti editoriali ma soprattutto alla narrativa non avveniva dal 1977. E’ un segnale chiaro. Viene dal modo di affrontare i nuovi temi.

Ha vinto il «Tuscaloosa News» che ha seguito in tempo reale i tornado quotidiani diventando uno strumento indispensabile per la popolazione. Ma anche l’«Huffington post.com» e «Politico.com» che hanno dominato nell’indagine e nell’approfondimento politico sulla rete battendo leggendari organi d’informazione. Riconoscere infine il massimo premio ad una reporter di 24 anni dell’«Harrisburg News», vicino a Filadelfia, per la sua straordinaria collezione di articoli e approfondimenti sugli abusi sessuali di un allenatore della Penn State University, è la prova che sia i nuovi mezzi della comunicazione con la loro velocità sia i giovani con la loro fresca determinazione e coraggio possono raggiungere traguardi straordinari. Twitter non esisteva quando il «Tuscaloosa News», considerato uno dei leader fra i piccoli giornali di provincia americani vinse il suo primo Pulitzer nel 1957, ma il social network dello stesso quotidiano online è stato essenziale per informare la gente bloccata nelle case su quanto stava accadendo fuori durante i tornado mortali.
Infine non è vero che la velocizzazione delle notizie e la loro moltiplicazione sono a discapito del rigore. C’è chi ha vinto perché ha saputo spiegare in modo eccellente e divulgativo come i ricchi riescono a pagare tasse bassissime senza violare la legge, ma anche chi schierandosi sempre in prima linea, come il fotografo della «France Presse» Massoud Hossainim ha messo sotto gli occhi del mondo in tempo reale lo sguardo di una bambina che urla tra i cadaveri, nell’atrocità delle stragi permanenti di Kabul. Il Pulitzer sta cambiando ma rimane un bastione della qualità giornalistica.
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