Obama e il blitz sulle nozze gay

Esteri

12 maggio 2012
SE LA DISOCCUPAZIONE americana non sarà migliorata, Barack Obama può tranquillamente perdere le elezioni di novembre. Ma con 10 parole: «Io credo che le coppie dello stesso sesso debbano potersi sposare», il presidente americano mercoledì scorso ha preso una decisione storica per gli anni a venire. Ha trovato la forza di togliere il velo di ipocrisia che da anni domina il dibattito e i calcoli politici su questo importante tema dei diritti civili. La chiesa cattolica Usa è subito insorta, i conservatori della Carolina del Nord col 60% dei voti hanno appena messo al bando nella loro costituzione i matrimoni gay, ma Barack — dopo anni di prudenza e di distanza dal tema scottante — ha dato una prova di carattere e integrità intellettuale.

Il suo sfidante Mitt Romney la pensa all’opposto: «Il matrimonio è solo una relazione fra un uomo e una donna». La campagna elettorale diventerà l’immediato terreno di confronto e di scontro anche su questo.

SE LAVORO e sanità implicano scelte strategiche e di costo, legalizzare col matrimonio le unioni fra coppie omosessuali che spesso crescono bambini e si assistono da anni a vicenda, oppure consentire l’arruolamento al Pentagono di militari dichiaratamente gay, è una visione della società che il presidente ha offerto al Paese definendola una posizione «personale» e che non intacca il rigore e i vincoli delle varie confessioni religiose, ma enfatizza «la uguaglianza» dei cittadini di qualsiasi sesso o orientamento senza creare discriminazioni e categorie di serie A e B. Sedici anni fa l’ex presidente Bill Clinton, in corsa per il suo secondo mandato, bloccò la legge temendo la reazione dei moderati.

Barack ha avuto coraggio e tempismo. I giovani e l’influente comunità gay — che conta in entrambi i partiti — hanno apprezzato la scelta del presidente che rompe gli schemi di un moralismo di facciata che copre uno spregiudicato pragmatismo di sostanza. Negli Stati Uniti da due giorni non si parla d’altro.

È una discussione sana. La scelta di Barack questa volta non è solo un calcolo politico. Il presidente ci ha messo la faccia, con garbo e con stile, sostenendo di averne parlato anche con le due giovani figlie. È un dibattito destinato a diventare fondante per la società americana del futuro e a durare molto di più della campagna elettorale.
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