Siria, un rebus anche per i ribelli

Esteri

5 giugno 2012
AL CONSIGLIO di Sicurezza aspettano Kofi Annan. Il futuro della Siria si svelerà nelle prossime ore. Incapace di ottenere il cessate il fuoco, frustrato e consapevole che il suo piano in 6 punti — considerato l’unico argine contro la guerra civile—sta franando, il super mediatore dell’Onu e della Lega araba si è dato un ultimo appuntamento giovedì davanti alla comunità internazionale che lo sostiene. Con almeno 80 soldati siriani uccisi ieri dai ribelli armati, che hanno formato una seconda forza militare di 12mila uomini battezzata Fronte dei rivoluzionari siriani e che dovrebbe muoversi in coordinamento con la Syrian Liberation Army, per un’azione a tenaglia contro le forze del regime di Assad, la situazione sta drammaticamente precipitando verso il punto di non ritorno. Anche il prudente e saggio ambasciatore cinese all’Onu LI Baodong, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, ha alzato ieri le braccia ammettendo di non avere una soluzione se non l’applicazione piena del piano Annan.

SI BRANCOLA nel buio. Se le milizie riusciranno a rafforzarsi ancora, diventerà quasi impossibile nei prossimi mesi affrontare una mediazione che abbia come presupposto l’integrità e la sovranità territoriale. Nei sei punti dell’ex segretario generale dell’Onu c’è, una volta raggiunto il cessate il fuoco, la chiave per una «transizione politica» che potrebbe cambiare molto o poco del regime di Assad, ma si basa almeno sul principio condiviso che gli autori dei massacri di Hula, chiunque siano, dovranno essere investigati da una commissione indipendente e portati davanti alla giustizia. Putin al vertice Russia-Europa di fianco a Van Rompuy e Barroso ha ripetuto che il piano Annan è la «migliore opportunità» per far cessare le violenze in Siria. Questo non aggiunge molto, segnala però che la Russia sarà pronta ad una nuova partita in Consiglio di Sicurezza solo quando avrà la garanzia che, se Assad da un lato si ferma, anche i ribelli dall’altro si devono fermare, e il flusso di armi verso di loro attraverso il confine turco deve cessare. C’è un solo appuntamento che potrà mettere un freno alle stragi. Un’intesa fra Obama e Putin e Hu Jintao al tavolo del G20 di Los Cabos. Altrimenti anche quel summit servirà semplicemente a sancire che la Siria avrà la guerra civile a tutto campo.
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