Il tocco di Obama

Esteri

8 luglio 2012
Chi tocca il presidente muore. Non importa se è la gioia per l’incontro a provocare un attacco cardiaco. Josephine Ann Harris, 70 anni, è morta subito dopo aver offerto a Barack Obama, in tour elettorale nell’Ohio, la colazione nel suo ristorante ‘Ann’s Place’. Quando lui era già sull’Air Force One, si è sentita male. A Barack non è rimasto che fare le condoglianze alla figlia incredula.

Anche se gli ultimi sondaggi lo danno sempre in leggero vantaggio su Romney, ma sempre nel margine d’errore, il presidente delle star non sembra nemmeno trovare più il pieno supporto di Hollywood, visto che l’attore e regista nero Morgan Freeman lo snobba dicendo: «Non è il primo presidente di colore in America. Quello deve ancora essere eletto perché Obama è figlio di una madre bianca che viene dal Kansas». Se si aggiunge che gli uomini del presidente non fanno che scrivere lettere allarmate ai democratici e ai supporter perché donino di più alla sua campagna elettorale, la corsa di novembre non sarà affatto facile. È la prima volta nella storia che un presidente in carica incassa meno fondi del suo avversario.

FRA LE tante sfortune e la crisi che continua a mordere, Obama deve cercare «la magia nei numeri» perché anche loro gli sono contro. Primo fra tutti la disoccupazione. È ferma all’8,2% e non scende. Mai un presidente è stato riconfermato con una disoccupazione sopra il 7,4%. Tradotto significa che gli mancano almeno 1,5 milioni di posti di lavoro, impossibili da recuperare il primo martedì di novembre.

I repubblicani puntano a schiacciare Obama con una campagna pubblicitaria devastante che non sarà in grado di contrastare perché avrà molti milioni di dollari in meno. La calda estate di Barack potrebbe avere molte altre crisi di cuore.
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