VEDREMO. Vedremo se i banchieri centrali delle due sponde dell’Atlantico quando si riuniranno a settembre per affrontare lo scandalo Libor (London Interbank Offered Rate) e trovare le misure correttive considereranno davvero la manipolazione intenzionale dei benchmark finanziari, un reato penale. Vedremo soprattutto se gli emendamenti sull’insider dealing saranno così severi da scoraggiare i trader spregiudicati che hanno contaminato i mercati e la fiducia dei clienti con le loro colossali frodi. Potrebbe essere la più grossa inchiesta della storia.
Ci sarebbero almeno 12 operatori internazionali coinvolti nell’inchiesta sulla Libor dipendenti di 9 istituzioni finanziarie che si erano coalizzati per manipolare i tassi d’interesse interbancari in continenti diversi. Si parla di una cifra di 500 trilioni di dollari interessata nel corso degli anni da procedure sospette. E’ evidente che una multa anche se di qualche centinaio di milioni di dollari, ha un valore meno che simbolico e quasi offensivo per cifre simili. In discussione è l’intero sistema di controllo e le maglie della tolleranza che in esso sono contenute.
LE ELEZIONI americane con un candidato come Romney votato alla deregulation sicuramente non aiuteranno Obama e Bernanke che invece puntano a controlli stretti. La Fed informerà il 30 luglio il Congresso su quanto sta accadendo. Ma informare e discutere non basta. I trader col Libor di fatto agivano facendo gli interessi delle grandi banche che si fingevano all’oscuro di quanto stava accadendo con i tassi.
L’alterazione di documenti ufficiali e informazioni confidenziali è una violazione che deve avere al più presto una gravità penale perché espone un numero imprecisato di persone, a rischi inaspettati e effetti potenzialmente devastanti. Agire in questo modo è un processo tutt’altro che trasparente ma è l’istituzione della violazione dei controlli. Il calcolo del Libor finito sotto accusa potrebbe venir sostituito, come ha suggerito il presidente della Fed Bernanke dall’Overnight Index Swap ma anche Eonia, il meccanismo istituito dalla Bce potrebbe funzionare con la stessa efficacia. Ma è il principio di base che deve cambiare: il calcolo dei tassi interbancari non si può calcolare sulla base di una stima verbale, ma va calcolato sulle transazioni reali. Non è una differenza da poco.