Obama e lo scandalo intercettazioni: molto rumore per nulla

Esteri

8 giugno 2013
OBAMA «l’orwelliano» rischia di passare per il «Grande fratello nero e crudele» che siede alla Casa Bianca spiando i suoi cittadini. Anche il liberal New York Times spara sul presidente. Lo accusa di aver perso «ogni credibilità» sui diritti civili, tollerando e sostenendo il piano segreto per il controllo dei tabulati telefonici di massa. Se il termometro è l’opinione pubblica, i critici hanno ragione: due americani su tre considerano più importante la privacy della sicurezza e giudicano eccessivo l’occhio del governo sulla vita privata.

Al Congresso, invece, è di scena l’ipocrisia perché il provvedimento, considerato una misura intrusiva ma utile per combattere il terrorismo, non solo è in vigore dai tempi di George W. Bush, ma sotto l’ombrello del Patriot Act è stato emendato e rinnovato anche nel 2011, con voto bipartisan a larghissima maggioranza.

DOV’È lo scandalo allora? Obama ha semplicemente lasciato in vigore la politica dei controlli, imponendo l’intervento di un giudice federale nel caso Fbi o Nsa vogliano passare dalla comparazione dei semplici tabulati alla richiesta di ascolto delle telefonate e all’individuazione di chi le effettua. Per quanto riguarda Internet, invece, il monitoraggio è sulle fonti estere verso gli Usa, mentre i cittadini americani ne sono esclusi.

Certo, tutto questo può non piacere sia alla sinistra liberal che alla destra repubblicana che attacca Obama su tutto. È senza dubbio una limitazione della privacy, ma l’equilibrio tra la sicurezza e diritti costituzionali deve passare da un necessario compromesso che sembra già largamente accettato, dal momento che videocamere nelle piazze, per le strade o nei grandi magazzini, ai caselli autostradali o sopra i ponti registrano in continuazione e indiscriminatamente da anni movimenti individuali. Pure loro sono invasivi per la privacy, ma la gente si è abituata.

Obama definisce il programma di controlli non «segreto o misterioso» ma «classified» vale a dire «riservato» e «confidenziale». I membri del Congresso ne sono sempre stati a conoscenza e invitati a intervenire per prevenire eventuali abusi. L’impressione è che adesso si stia facendo tanto rumore per nulla. Accusare oggi Obama di spionaggio orwelliano è davvero retro.
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