G8: sarà il solito fiasco

Esteri

17 giugno 2013
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tratta dai dizionari Zanichelli
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Per molti come Letta sarà un debutto. Per altri come Putin un ritorno annunciato. Ma per tutti, il G8 che si apre oggi a Lough Erne, potrebbere essere un clamoroso fiasco. Come i precedenti. Tony Blair otto anni fa promise la luna e un mare di aiuti all’Africa. La luna è sempre al suo posto e l’Africa pure, con l’aggiunta di maggiori conflitti. Ancora una volta c’è il rischio di tante parole ammassate in un comunicato finale negoziato da mesi che il premier inglese Cameron padrone di casa teme possa finire come i precedenti in un vero e proprio «lussuoso cimitero degli elefanti».

In due giorni scarsi le otto economie fra le più importanti del mondo cercano di parlarsi e trovare una linea comune indicando la crescita come priorità assoluta e la lotta all’evasione fiscale come un deterrente per la trasparenza e lo sviluppo.

Obama porta nella sua cartella l’ottimismo di una solida crescita in Usa motivata da interventi e investimenti ma vede sempre scettica la Merkel, ancorata al rigore dei conti che ha lasciato l’Europa al palo della recessione anche se Cameron la pensa come lei in contrapposizione al piccolo asse italo-francese. In realtà, anche se il tema risulta a margine nell’agenda, le forti differenze sull’intervento in Siria per le loro implicazioni strategiche domineranno il summit. Come il primo confronto senza rete tra il rieletto presidente Obama e il rieletto Putin, costretti a frequentarsi ancora e a rivedersi a San Pietroburgo fra poco più di due mesi dove però anche Cina, India e Brasile siederanno al tavolo del G20.

Tony Blair a Gleneagles in Scozia nel 2005 riuscì a non farsi travolgere dall’attentato di Londra ma non ottenne nulla. Il suo «comunicato» è rimasto lettera morta. Quello di Cameron fra oggi e domani senza rotture plateali fra i leader europei e gli Usa e col «disappunto siriano» di Putin rischia di finire nello stesso cestino. L’unica differenza nel clima di sobrietà e trasparenza è che questa volta ciascun leader si pagherà il conto
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