Ricostruzione, una faccenda per pochi

Cronaca

16 ottobre 2013
Questo è il titolo dell'articolo uscito oggi sulle pagine del nostro giornale che trattano il terremoto. Ed è un titolo eloquente, come spiegano i due artigiani edili intervistati. La ricostruzione, aggiungo, è un affare per pochi, perchè solo le grandi imprese e cooperative edili si possono permettere di lavorare anche un anno senza vedere un soldo, quindi anticipando a fornitori, dipendenti, casse edili, etcc.. Da quando comincia un lavoro di ricostruzione ci vogliono mesi prima che alle imprese arrivino i soldi, i contributi pubblici. La burocrazia pesante sta frenando i pagamenti e in alcuni casi blocca i lavori: le imprese non se la sentono di andare avanti alla cieca, senza sapere se il loro lavoro verrà accettato, e quindi pagato. Gli artigiani possono prendersi solo le briciole di questa succulenta torta che è la ricostruzione dopo un terremoto: o prendono da soli piccoli cantieri  o lavorano in subappalto per le grandi aziende che possono anche tirargli il collo per  fare più margini. Oppure entrare nelle grazie di qualche progettista che li sceglie per il cantiere.

Accolgo e rilancio la proposta dell'artigiano Salvatore Gambale: i comuni facciano una lista con gli artigjani edili della zona, ovviamente quelli puliti iscritti alla white list, e li mettano a disposizione dei cittadini che così possono scegliere da soli l'offerta più conveniente.
comments powered by Disqus