SARANNO i giovani a trarci fuori dalla crisi, saranno loro a prendere in mano il Paese e a condurlo verso nuovi traguardi. E soprattutto, saranno loro a produrre, produrre, produrre. L’idea ‘giovanilista’ sembra diventata quasi un mantra. Rottamare è una parola che nelle aziende fa venire l’acquolina in bocca ai manager (magari cinquantenni). Questo in Italia, ma appena scavalcate le Alpi cambia la musica. Usula von der Leyen, la Fornero tedesca, ha un altro spartito: assumete i cinquantenni, sono competenti e responsabili, affiancateli alle giovani generazioni. Niente prepensionamenti. Studi recenti nella ricca Germania dimostrano che la produttività aumenta là dove c’è un equilibrio tra l’età dei dipendenti. Fare a meno delle competenze, dell’esperienza, del know how degli over 50, non è insomma automaticamente un affare.
Ursula von der Leyen, ministro del Lavoro tedesco, sembra decisa a percorrere questa strada, anziché quella della rottamazione. Mettere insieme i conti aziendali con la coesione generazionale, aiutare le giovani leve a crescere a contatto con le esperienze di quelle meno giovani. Una vera rivoluzione del mercato del lavoro. Ma, si sa, in Italia le rivoluzioni spaventano. E così si passa dal posto fisso alla rottamazione certa.
(pubblicato su Qn-Carlino-Nazione-Giorno il 3 marzo 2012)