Freda, il cattivo maestro sale in cattedra su ‘Libero’

Politica

18 giugno 2012
GRAN DEBUTTO nei giorni scorsi sulle colonne di “Libero” di un nuovo editorialista. Dopo Renato Farina e Luciano Moggi, è stata la volta di un altro integerrimo, di un padre nobile: Franco Freda. “L’inattuale” era il titolo (non proprio corretto, vista la riesumazione) del primo articolo scritto dal papà delle trame nere per il giornale diretto da Belpietro. Cosa abbia indotto quest’ultimo a offrire ai lettori le considerazioni del libraio-filosofo-editore ordinovista, non sappiamo. Ciò che importa è tuttavia che dalla melma della prima Repubblica, dalla memoria insaguinata del terrorismo neofascista, “Libero” recupera un cattivo maestro e lo rimette in cattedra. «Si vede che in Italia non si butta mai via niente», ha commentato, con amarezza e rabbia, Paolo Bolognesi, presidente dell’Unione dei familiari delle vittime per stragi. Ha ragione, il partito dei recuperanti è sempre in azione. E probabilmente Belpietro aveva bisogno di un addetto alle notizie bomba. Adesso che la strage di piazza Fontana è ben rappresentata sulle colonne del giornale di centrodestra, avanti con quelle di via Fatebenefratelli a Milano, di Piazza della Loggia a Brescia, dell’Italicus, della stazione di Bologna. Altrettante tappe della strategia della tensione, iniziata proprio a Padova e dintorni con i vaneggiamenti nazi-fascisti e antisemiti di Freda (tutt’oggi ribaditi dal medesimo). Perché stupirci se Belpietro trasformerà il nome della testata in “Free Mein Kampf” o se inserirà nell’elenco dei suoi opinionisti di razza (ariana) i nomi di Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Valerio Fioravanti? Stupiamoci invece del silenzio quasi totale che ha pervaso mass media e politici alla notizia del nuovo exploit di Freda. È come se gran parte della società si fosse mitridatizzata, assuefatta ai rigurgiti. E c’è chi ne approfitta per rimettere Ordine (nuovo e vecchio).

(pubblicato su Qn-Carlino-Nazione-Giorno il 16 giugno 2012)
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