ADESSO che il governo-mani-di-forbice ha deciso di disboscare gli statali e i loro privilegi, le sue quotazioni tra gli italiani rischiano di risalire vertiginosamente, quasi a livelli berlusconiani ante-Ruby. Basta ascoltare i commenti della gente. Si va dall’entusiasmo sintetico dell’«era ora» a quello debordante del «facciamogliela pagare a questi scansafatiche». E’ come se i Masaniello si fossero risvegliati, pronti a vendicarsi della secolare e burocratica tirannia dei travet. Ma i giustizieri vestiti di populismo ci piacciono ancor meno degli statali-ruba-stipendio, che ci sono, certo, ma costituiscono solo una corposa minoranza della categoria. In questi giorni di gogna, il nostro pensiero grato di cittadini insofferenti verso la barbarie burocratica, va alle migliaia e migliaia di insegnanti, di dipendenti dei ministeri, delle sovrintendenze artistiche, degli archivi, delle biblioteche, degli uffici pubblici che fanno ogni giorno il loro sacrosanto dovere cercando di rimediare alla follia legislativa che li governa. In cambio di uno stipendio che molti dei Masaniello rifiuterebbero perché non bastante neppure per comprarsi una ruota del Suv.
(pubblicato su Qn-Carlino-Nazione-Giorno il 7 luglio 2012)