L'Azione Cattolica reggiana pensa a una 'Frattocchie diocesana' dove formare “una nuova generazione di cattolici impegnati in politica”. L'ossimoro potrebbe calzare a pennello all'iniziativa della Ac, intenzionata ad attivare, per il prossimo anno pastorale, una serie di incontri di formazione geo-politica incentrati sulla Dottrina Sociale della Chiesa cattolica. “Perché c'è bisogno di una nuova generazione di cattolici impegnati? - spiega Alberto Saccani, il presidente diocesano di Ac Reggio -. Perché quella attuale ha fallito non ha avuto successo. Non è antipolitica la nostra ma una constatazione reale. Basta guardare nelle nostre parrocchie: i fedeli sono divisi dalle loro appartenenze politiche invece di essere uniti dalla fede comune”. Prospettiva che va rivoluzionata, come? Martedì prossimo, alle 21 presso l'aula Magna dell'Università di Reggio, è in programma un interessante incontro dal titolo “Per una generazione di cattolici impegnati in politica: da dove partire?”. Interverranno Franco Miano, presidente nazionale Azione Cattolica italiana e il direttore de La Libertà, Edoardo Tincani. Proprio il recente libro di Tincani 'In politica con più fede' ha offerto qualche spunto di riflessione per il percorso dell'Azione Cattolica reggiana. “Tuttavia non sposiamo la tesi di formare un partito di cattolici – sottolinea Saccani – ma rilanciamo un nostro nuovo impegno da spendere nei vari partiti e nei movimenti, come nel volontariato”. Un po' di nostalgia verso gli anni della Democrazia Cristiana la si può cogliere nelle parole di Saccani che, nonostante le larghe intese politiche di questi giorni, ci tiene a precisare “E' inutile, la Dc non esiste più”. I modelli e i protagonisti della vita italiana da non dimenticare sono: Toniolo, De Gasperi, Marvelli, Fanfani, Moro e Bachelet.
Ma non si tratta di un tuffo nel passato. “Dobbiamo ritrovare i valori comuni – spiega Annalisa Moscatelli, vice presidente adulti Ac di Reggio -. Spesso noi cattolici non conosciamo le basi della nostra Dottrina”. La scuola di formazione partirà forse a ottobre, le date sono da definire, in collaborazione con l'ufficio diocesano per la Pastorale del lavoro, guidato da don Bedogni. Ci sono volute la crisi economica e dei partiti per far tornare operativo un ufficio importante come quello della Pastorale del lavoro. Il dato più interessante è che l'iniziativa sarà 'diocesana' e non solo interna all'Azione Cattolica.
Questo significa che le diverse visioni e interpretazioni della Dottrina Sociale che i vari gruppi cattolici reggiani hanno maturato al loro interno si potranno confrontare, o trovare in conflitto. Basti pensare che, mentre l'Ac è alla ricerca di una nuova generazione impegnata politicamente e in modo più o meno trasversale nei partiti o nei movimenti italiani, c'è chi, come Comunione e Liberazione, da anni continua ad operare e ad avere idee chiare sulla partecipazione nella vita sociale (e parlamentare) italiana, avendo spesso dei partiti politici di riferimento. Lo stesso vescovo Camisasca, come hanno riferito dall'Ac, “ha avuto parole di incoraggiamento per il nostro progetto” e, non a caso, durante l'incontro del 7 maggio, parteciperà con un suo saluto finale. All'evento sono stati invitati alcuni politici e istituzioni locali, compreso il sindaco Graziano Delrio (che però non ha ancora risposto). Partire dalla Dottrina Sociale della chiesa significa trovare punti in comune tra i fedeli della diocesi reggiana. Compito difficile se si pensa alle grandi differenze che intercorrono tra esperienze cattoliche 'lontane' tra loro come ad esempio lo spirito della Familiaris Consortio o di Comunione e Liberazione (che generalemente hanno tra l'altro partiti di riferimento), ma anche della stessa Azione Cattolica. Perché oltre “all'appartenenza politica che divide i cattolici”, a Reggio è forte l'appartenenza a gruppi o movimenti religiosi. Spesso divide molto di più.