Stavolta ha vinto Bersani. Una notizia

Cronaca

5 aprile 2012

Tutto faceva presupporre che Pier Luigi Bersani uscisse sconfitto dalla partita sull'articolo 18. La prima stesura della bozza sulla riforma del lavoro aveva fatto infuriare Cgil e segretario del Pd e aveva riaperto nel partito la faglia tra montiani/riformisti e laburisti. La ruvida Susanna Camusso non aveva ottenuto nulla al tavolo con l'altrettanto irremovibile Elsa Fornero e già si preannunciava un Vietnam parlamentare che, profettizzava già qualcuno, avrebbe potuto portare il leader democratico a far vacillare il governo.
Invece non e' andata così. Dopo una sequela impressionante di sconfitte politiche, la notizia stavolta è che Bersani ha vinto il braccio di ferro. La modifica più importante alla riforma va nella direzione chiesta dal Pd: se il licenziamento individuale economico è illegittimo per “manifesta insussistenza” il giudice potrà reintegrare il lavoratore.
Se dieci anni fa fu l'allora segretario della Cgil Sergio Cofferati il trionfatore indiscusso della marcia indietro sull'articolo 18, oggi questo ruolo non è toccato alla Camusso. E, per una volta, il Pd ha dimostrato di non essere andato lui al traino del sindacato rosso (sì, lo so, smentisco e correggo quanto scritto nel mio post precedente 'Il Paese Sereno').
Bersani ha atteso durante la trattativa governo-sindacati. E' entrato in campo solo dopo, quando il confronto Fornero-Cgil è saltato. Non ha nascosto la propria insoddisfazione al governo. E ha ottenuto un primo successo, con l'aiuto di Giorgio Napolitano: niente decreto. Nel frattempo il Pd si è diviso (che novità!) ma lui è riuscito a ottenere un voto unanime in direzione. Altro successo. Infine, la trattativa con Angelino Alfano e, soprattutto con Monti. Monti che, stavolta, avrebbe scritto di suo pugno, a penna, proprio davanti al leader del Pd, la modifica di cui sopra. L'irremovibile Monti ha ceduto proprio sul reintegro. Il Pd verosimilmente non ingenererà il caos in Parlamento. Il Pdl, uscito vincitore da molte altre partite (pensioni e liberalizzazioni solo per citare le più rilevanti) stavolta mugugna. Ora resta da vedere se Alfano sarà messo in croce dai 'suoi' e quale prezzo chiederà in cambio della sua disponibilità.


Twitter@marcellacocchi
marcella.cocchi@quotidiano.net


 

comments powered by Disqus
Cronaca