Compleanno Amelia Rosselli (Parigi, 28 marzo 1930). ‘Impromptu’
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Firenze, 28 marzo 2013
Da Impromptu
Il borghese non sono io
che tralappio d'un giorno all'
altro coprendomi d'un sudore
tutto concimato, deciso, coinciso
da me, non altri, - o se soltanto
d'altri sono il clown faunesco
allora ingiungo all'alt, quella
terribile sera che non vi
fu epidemia ma soltanto un
resto delle mie ossa che
si rifiutavano di seccarsi
al sole.
Non v'è sole che non sia
lumière, (e il francese è
un par terre) quando cangiando
viste, cangiasti forme, anche
nel tuo nostalgico procedere
verso un'impenetrabile morte.
Nel verso impenetravi
la tua notte, di soli e luci
per nulla naturali, quando
l'elettrico ballo non più
compaesano distingueva tra
chi era fermo, e chi non
lo era. Difendo i lavoratori
difendo il loro pane a denti
stretti caccio il cane da
questa mia mansarda piena
d'impenetrabili libri buoni
per una vendemmia che sarà
tutta la ultima opera vostra
se non mi salvate da queste
strette, stretta la misura
combatte il soldo e non v'è
sole ch'appartenga al popolo!
(...)
Questa notte con spavaldo desiderio
scesi per le praterie d'un lungo fiume
impermeato d'antiche abitudini
ch'al dunque ad un segnale indicavano
melma, e fiato. Solo sporcizia
sì, vidi dall'ultimo ponte, dubitando
d'una mia vita ancora rimasta al
sole, non per l'arrosto ma
per il fuoco è buona: se a tutti divenne
già prima ch'io nascessi - indifferente
la mia buona o cattiva sorte, dall'altr'angolo
che non da questa visione crematorizzata
dalla mia e vostra vita terrorizzata
se resistere dipende dal cuore
piuttosto dalle sottane s'arrota
la Mistinguette, la vita sberciata
per un attimo ancora, se sesso
è così rotativo da apparire poi
vano a questo recitativo che mi
faceva passare per pazza quando
arroteandomi dietro ad ogni scrivania
sorvegliavo i vostri desideri d'essere
lontani dalla mia, rotativa nella
notte specchiata nel lucido del
vetro che copre le vostre indifferenze
alla mia stralunante morte.
Amelia Rosselli
(da Impromptu, 1981)
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