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La voce del poeta. Piero Bigongiari, ‘Amore’

VEDI IL VIDEO "Amore" letta da Piero Bigongiari (con un breve profilo del poeta, da 4:34; nel video anche Maria Luisa Spaziani, da 1:38)

Piero Bigongiari

Firenze, 28 aprile 2013

Amore

C'è poco spazio per l'amore, tra una
chiamata telefonica, un viaggio,
un grido, a malapena un esser qui
tra un sorriso, un morire del sorriso,
ma questo è amore, questo poco spazio
che viene meno: screzio del possibile,
strazio dell'impossibile che può.

Se è intatta la coppa, l'incrinata
coppa ma che non versa, è che l'amore
che l'incrina la tiene, che la sbriciola
la rifonde in un tutto. Nulla passa:
la ferita non versa, par guarita.
Ma non l'amore, esso non è guaribile.

Non guarisce l'amore, l'inguaribile
scende stilla a stilla dagli occhi, e uno dice: vedo;
stilla a stilla dal cuore, e uno dice: sento,
sento un vuoto, un dolore, sento venir meno
la notte o l'alba che dovrebbero seguirsi
a breve distanza, caute, tacendo.

È notte o l'alba, non so: il fiume qui è grosso
ma pur fine, fatto di stille di temporali miti.
Gridano di andarsene dal cuore le poche cose che lo posseggono
ma come una stiva che una tempesta mette a soqquadro,
quanto spazio là, quanto spazio tra le cose mercanteggiate, in qualche pericolo
qualcuno grida lassù in alto con un urlo lacerante qualcosa.

Ha veduto, o non ha veduto, il pack aprirsi
a un' improvvisa primavera che ha percorso le acque fredde
in canali profondi; ha veduto, o non ha veduto,
anche il carico aprirsi, sbandare, ritrovare quel disordine
antico che all'improvviso provoca non udito,

ultrasuono infrasuono, non una voce per chi è sordo a ogni ordine estremo
o forse all'opposto di ogni ordine. Se tutto, dentro e fuori,
ugualmente e tutto insieme si apre, attento
attento a non cadere in questa grafia fine che l'amore crea tra le cose
come se volesse descriverle, lui l'indescrivibile,
attento a non scinderti in un significato che non può significare l'insignificabile
perché l'amore può stritolarti là in mezzo dove ti lascia dolcemente cadere
se tu non ne sei la tenaglia ma il mallo amaro.

Piero Bigongiari 

(da Antimateria, Mondadori 1972)

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